
Preoccupa il n
uovo balzo della radioattività alla centrale nucleare di Fukushima, registrato nei campioni di acqua prelevati da un pozzo di osservazione vicino all'impianto. La Tepco, la società che gestisce il nucleare nipponico, ha reso noto che le concentrazioni di
Cesio 134 sono salite da 9 mila a 11 mila Bq/l e quelle di
Cesio 137 da 18 a 22 mila Bq/l.

Greenpeace ha reso noti oggi i risultati di 25 campionamenti di frutti
di mare effettuati in 5 porti dell’area, 8 dei quali mostrano come
la contaminazione radioattività arrivi anche a 55 chilometri dalla centrale. La pesca infatti è stata interdetta nella Prefettura di Fukushima e consentita solo a scopo scientifico, di campionamento.
“La Tepco dovrebbe usare tutte le sue risorse per impedire che questo accada. Purtroppo la contaminazione delle falde acquifere è solo un altro esempio di come il disastro ambientale sia lontano dall’essere stato contenuto. L’industria nucleare giapponese non è chiaramente in grado di gestire le
conseguenze del disastro di Fukushima. L’unica misura preventiva reale
per evitare di trovarci in futuro in simili circostanze è quella che
prevede l’abbandono del nucleare e il passaggio rapido alle fonti rinnovabili” commenta Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.
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