Parte oggi a Milano “Il bio che cambia”, il
congresso federale di AIAB, l’Associazione
Italiana per l’Agricoltura Biologica nata 23 anni fa dall’unione dei
coordinamenti regionali dei produttori biologici italiani e che oggi conta 18
associazioni regionali federate. L’evento si concluderà il 4 dicembre ma
offrirà diversi spunti di riflessione sul futuro del settore dell’agricoltura
biologica che ad oggi è l’unico settore dell’agroalimentare a registrare una
continua crescita positiva nei consumi. Non è un caso, infatti, che l’Italia
sia leader in Europa per il numero di aziende convertite al biologico e per l’attività
di export che negli ultimi anni ha registrato un grande sviluppo, nonostante le
mille difficoltà delle crisi economiche. Cos’è cambiato? Le scelte di consumo e
il modo di concepire gli acquisti. È infatti nata la rete dei gruppi di
acquisti solidali (Gas) e l’implementazione di acquisti verdi pubblici (Green
public Procurement). Secondo Andrea
Ferrante, presidente di AIAB, intervistato dal quotidiano online Il
Cambiamento: «Il biologico deve
rimanere il modello di sviluppo capace di dare risposte alla società che
evolve, al mondo rurale sempre meno popolato, alla crisi finanziaria perenne,
al clima che cambia e proporre innovazioni nel campo della ricerca, degli
standard di produzione, dei canali di distribuzione alternativi e anche nel
campo della certificazione».
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