Oggi 22 maggio 2020 si celebra la Giornata mondiale della Biodiversità
animale e vegetale. Lo slogan di quest’anno, dedicato proprio alla
conservazione delle specie naturali, è
“OUR SOLUTIONS ARE IN NATURE” (“Le nostre soluzioni sono in natura”). Per
quattro dei sei obiettivi della strategia Ue ci sono progressi modesti, negli
ecosistemi agricoli e forestali la situazione della biodiversità è peggiorata
dal 2010 a oggi, mentre solo una percentuale ridotta di specie (23%) e habitat protetti (16%) risulta
in buono stato di
conservazione. Dunque il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno
cruciale per il raggiungimento degli obiettivi decennali sulla conservazione
della natura, ma così non è stato.
IL MESSAGGIO DELL’ITALIA
Alle 10 di questa mattina ha preso il via un convegno
scientifico virtuale nel quale si stanno confrontando esperti e membri del Comitato per il Capitale Naturale.
L’obiettivo è lanciare un messaggio: “La disponibilità di sistemi naturali
sani, vitali e resilienti è un bene comune, la cui qualità e funzionalità va preservata e valorizzata in quanto
tutte le altre forme di capitale delle società umane dipendono dalla
disponibilità del capitale naturale”.
Alle 12:30 il messaggio diffuso
dal convegno scientifico rappresenterà il punto di partenza per una
conversazione del Ministro dell’Ambiente Sergio
Costa con Licia
Colò e i referenti delle associazioni ambientaliste che fanno
parte del Comitato per il Capitale Naturale. Per chi volesse seguirla è prevista
la diretta streaming attraverso il profilo Facebook del ministro.
IL PIANETA A RISCHIO
Specie a rischio estinzione risultano presenti in tutte le
parti del mondo. Stando al rapporto di Legambiente nel Mar Mediterraneo almeno il 53% di squali, razze e chimere è in grave
pericolo. Inoltre ogni
anno sono circa 180 i delfini trovati morti lungo le coste italiane,
vittime soprattutto di catture accidentali nelle attività di pesca a strascico
o di piccola pesca.
Sul fronte fauna, delle 672 specie di animali vertebrati
italiani, 6 si sono estinte in tempi
recenti: lo storione, lo storione ladano, il gobbo rugginoso, la gru, la
quaglia tridattila, il rinofolo di Blasius.
Sono invece 161
quelle minacciate da estinzione, fra cui lo squalo volpe, l’anguilla, la
trota mediterranea, il grifone, l’aquila di Bonelli, l’orso bruno. In pericolo
49 specie tra cui il delfino comune, il capodoglio, la tartaruga Caretta
caretta e la gallina prataiola.
Anche
la flora italiana non è in buona salute: su 386 specie
valutate, il 65% di quelle vascolari è infatti da considerarsi minacciato, così
come il 55% delle specie non vascolari.
Per non parlare dell’Amazzonia
in cui la perdita di area forestale è pari al 15% rispetto all’estensione negli
anni’70. Secondo Greenpeace si
rischia di arrivare al punto di non ritorno climatico che
potrebbe trasformare grandi regioni di questa foresta in un ecosistema più
simile a quello di una savana, sebbene con molta meno biodiversità.
Inoltre secondo i dati dell’Ipbes,
il panel di ricerca delle Nazioni Unite
dedicato alla biodiversità, tre quarti
delle terre emerse sono stati significativamente alterati dall’uomo. Tra le
cause più impattanti sugli habitat ci sono l’agricoltura e l’allevamento per l’industria.