Appartengono per la maggior parte a
Coca-Cola, Unilever, Nestlé e Procter & Gamble i rifiuti in plastica
raccolti e catalogati recentemente da Greenpeace e da altre organizzazioni del
movimento BreakFreeFromPlastic in alcune spiagge delle Filippine. Proprio a
queste aziende, e alle maggiori potenze economiche che si incontreranno nei
prossimi giorni al G7 in Canada, Greenpeace chiede interventi per la riduzione
della produzione e immissione sul mercato di plastica usa e getta.
"È necessario che i
governi e le grandi multinazionali riconoscano che il riciclo non è la
soluzione del problema. Bisogna fermare l'inquinamento da plastica prima che
sia troppo tardi" dichiara Graham Forbes, responsabile della campagna
plastica di Greenpeace. "In tutto il mondo, migliaia di persone si battono
quotidianamente contro l'inquinamento da plastica, ma questa crisi ambientale necessita
di interventi urgenti e azioni concrete per ridurre la produzione e il consumo di
plastica monouso".
Il
movimento Break Free From Plastic - che rappresenta più di 1.200 gruppi in
tutto il mondo tra cui Greenpeace - chiede ai paesi del G7 di approvare
obiettivi di riduzione e divieti per la plastica monouso, investire in nuovi
modelli di consegna dei prodotti basati sul riutilizzo e creare un sistema di
tracciabilità della merce che renda le aziende responsabili della plastica che
producono. Negli ultimi mesi, McDonald's, Starbucks, Procter & Gamble,
Nestlé, Coca-Cola, Pepsi e Unilever hanno pubblicato piani volontari relativi all'inquinamento
da plastica, ma nessuna delle aziende ha adottato interventi drastici per
ridurre la produzione di imballaggi monouso.
Mentre le
aziende sono ancora riluttanti ad assumersi le proprie responsabilità, in tutto
il mondo, tante persone si stanno attivando per promuovere cambiamenti attraverso
azioni di pressione su imprese e governi chiedendo di ridurre o vietare la
plastica usa e getta. Un gruppo di cittadini di Veracruz, in Messico, ha
ottenuto il bando dei sacchetti di plastica e delle cannucce nel loro Stato.
Ullapool, un villaggio scozzese, è diventato il primo comune plastic-free a
seguito dell’attività di sensibilizzazione e pressione di alcuni bambini della
scuola locale. Quasi 100 bar in Grecia hanno accettato di concedere sconti a
tutti i clienti che impiegano le loro tazze riutilizzabili e in Italia, a
seguito dei risultati delle indagini di Greenpeace e del CNR in cui erano stati
riscontrati elevati livelli di microplastica nelle acque delle Isole Tremiti,
il Sindaco ha vietato la vendita di alcuni prodotti in plastica monouso.
“Iniziative
come queste mostrano che ognuno può fare la differenza, facendo pressione su
governi e multinazionali perché si facciano carico di questa grave crisi
ambientale. Invitiamo tutti gli amanti del mare a partecipare all’iniziativa Plastic
Radar (plasticradar.greenpeace.it) di Greenpeace segnalando la presenza di
rifiuti di plastica in mare via Whatsapp al numero +39 342 3711267” dichiara
Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Leggi i
risultati recenti di pulizia e catalogazione dei rifiuti condotti in Asia:
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