Oggi 8 marzo 2015 è la Festa della Donna, celebrazione che si è tenuta per la prima volta
in Italia nel 1922 (negli USA invece
già nel 1909). Purtroppo, da molto tempo questa ricorrenza è diventata sinonimo
di business e frivolezze in cui moltissime donne sembrano aver dimenticato il
vero significato di questa giornata. Solo in poche occasioni e in cerchie
ristrette continua ad affermarsi come una data importante per rivendicare i
diritti e l’uguaglianza sociale delle donne, ma soprattutto per denunciare le
tante disparità, ingiustizie e discriminazioni che ancora oggi affliggono
l’universo femminile. Pensiamo davvero che la nostra dignità combaci con mazzi
di mimose, film strappalacrime e uscite con amiche con cui magari ci parliamo
una volta all’anno suggellate da inutili spogliarelli? Vogliamo davvero
ricevere dei fiori da chi ci picchia e ci molesta a casa o sul lavoro? Io non
credo, o almeno lo spero. Ci sarà un perchè se Timothy Leary disse: "Le donne che cercano di essere pari agli uomini sono poco ambiziose" e un perchè ancora più grande che si risolve in una frase di Jean Jaques Rousseau: "L'uomo non sarà mai quel che sarà una donna".
il simbolo più ricorrente del femminismo sono le mani unite a mimare l’organo genitale femminile |
Come nasce questa festa? Le origini
risalirebbero al 1908, quando un gruppo di operaie dell’industria tessile
Cotton di New York scioperarono per protestare contro le condizioni in cui
lavoravano. Dopo alcuni giorni di conflitto con le maestranze, l’8 marzo il
proprietario, per ritorsione, bloccò tutte le porte di uscita dello
stabilimento. Quel giorno scoppiò un incendio che uccise 129 di loro.
Successivamente questa data fu proposta da Rosa
Luxemburg come giornata di lotta
internazionale a favore delle donne.
Nel 1959
le senatrici italiane Luisa Balboni,
Giuseppina Palumbo e Giuliana Nenni presentarono una
proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale; ma chissà
perché l’iniziativa cadde ben presto nel vuoto.
Anna Maria Mozzoni, pioniera del femminismo in Italia |
In occasione dell'8 marzo 2013, Malala
Yousafzai, la giovane attivista pachistana (premio Nobel per la pace) sopravissuta a un attentato
dei talebani, ha esortato le donne a lottare unite per
i loro diritti. In un video registrato nell'ospedale di Londra dove e' stata
ricoverata, la coraggiosa quindicenne ha affermato: ''Se vogliamo che ogni ragazza sia istruita
e se vogliamo la pace in tutto il mondo, allora dobbiamo lottare e rimanere
unite. Non aspettiamo che altri lo facciano al posto nostro''.
Malala Yousafzai |
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