martedì 10 dicembre 2013

Caro Babbo Natale, ho deciso di contribuire alla deforestazione perchè dicono che inquina meno

Dev'essere questo il pensiero di chi decide di acquistare un albero di Natale vero. La follia umana quest'anno porterà una miriade di abeti in ben sei milioni di case, per un giro di affari da 150 milioni di euro che a feste concluse contribuiranno a far crescere il volume dei rifiuti solidi urbani. È quanto rilevato dal Corpo Forestale, che si vede costretto a offrire consigli su come smaltire gli alberi dopo l'Epifania. Dopo le feste, infatti, l'abete può prendere molteplici strade ma mai quella del cassonetto stradale che è una pratica vietata e sottoposta a sanzioni pecuniarie. "Gli abeti con le radici e ancora vivi possono andare all'esterno, su balconi o giardini - ricorda la Forestale- tenendo comunque a mente che si tratta di piante che possono raggiungere anche i 20 metri e che per sopravvivere necessitano di condizioni climatiche adatte, in genere molto fresche. Infine l'albero di Natale, vivo o morto, potrà essere consegnato nei centri di raccolta indicati dai vivaisti o dai Comuni. A Roma, ad esempio, i cittadini potranno portare gli alberi nei centri appositamente attrezzati dalla municipalizzata. Le piante non più vitali verranno riusate riciclandole per la produzione di compost ecosostenibile da giardino, mentre quelle ancora vive troveranno posto in parchi, giardini o aree scelte quali l'ex vivaio forestale di Arcinazzo Romano, gestite dalla Forestale".

Ora se vi state chiedendo perchè in molti indicano l'acqusito di un albero vero come una scelta non
anti-ecologica, la risposta è ovviamente scontata: per il giro d'affari milionaro citato nelle prime righe di questo articolo. Tuttavia, proprio secondo gli esperti di Pefc Italia (il sistema di certificazione per la gestione forestale sostenibile) l'abete di plastica ha un impatto ambientale maggiore perché la plastica deriva dal petrolio e quindi ha costi ambientali e di smaltimento elevati. Inoltre gli abeti di origine italiana presenti sul mercato natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni specializzate, cioè da piantagioni di alberi create per questo scopo, che occupano stagionalmente oltre mille piccole aziende agricole in Italia. "L'importante - spiega Pefc - è controllare il tagliando dell'albero per sincerarsi che provenga da boschi gestiti in modo sostenibile". 
Ikea invece ha deciso di rinnovare anche per quest'anno il progetto "Compostiamoci Bene", progetto nato in collaborazione con il WWF. Il colosso svedese ha messo in vendita esemplari di Picea con un'altezza media di 140 cm. Questi alberi di Natale possono essere poi riconsegnati presso il punto vendita dal 4 al 12 gennaio 2014, cosa questa che permette al cliente di ricevere un buono pari ovviamente al costo dell'albero. Questi alberi saranno utilizzati per la realizzazione di pannelli truciolari per i mobili Ikea oppure vengono utilizzati come fertilizzante naturale. Per ogni albero che sarà restituito ad Ikea verrà fatta una donazione di 2,00 euro per il WWF, soldi che verranno spesi per un importante progetto di conservazione forestale

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