domenica 16 febbraio 2014

Ecomafia: ogni anno 34.000 reati ambientali

A causa delle caratteristiche geomorfologiche e della posizione geografica, la Puglia è considerata una regione particolarmente ‘a rischio ecomafia’. Sul fronte del ciclo illegale dei rifiuti, secondo il Rapporto Ecomafia 2013, la Puglia si posiziona sul terzo gradino del podio, con un significativo aumento degli illeciti (+24%). Questa semplice constatazione è diventata una certezza dopo i sequestri effettuati al porto di Bari dove è stato intercettato e bloccato un carico di rifiuti speciali diretto all’estero, sia nelle campagne tarantine dove i carabinieri del Nucleo operativo di Lecce e del Nucleo investigativo del comando provinciale di Taranto hanno sequestrato un’area in cui sarebbero state ‘tombate’ ceneri provenienti dalla centrale di Brindisi Federico II. Le infrazioni accertate salgono a 522 con 691 persone denunciate, 15 persone arrestate e 344 sequestri effettuati. La maggior parte delle infrazioni accertate si concentrano nella province di Bari (185) e Taranto (104). Ma anche a Lecce (89), Brindisi (82), Foggia (55) e Barletta-Andria-Trani (7) si registrano illeciti.
«Sono ormai frequenti i casi di sequestro e di provvedimenti delle forze dell’ordine nei confronti degli illeciti ambientali e, nello specifico, del traffico illecito di rifiuti e del tombamento illegale degli stessi. Lo abbiamo ribadito più volte e lo sosteniamo ancora: l’unica soluzione può essere l’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel codice penale. Solo a partire da questo momento si può pensare di dare man forte alle forze dell’ordine che, per ovvie ragioni, non riescono – con la sola attività di controllo e di contrasto dei reati ambientali – ad arginare un fenomeno sempre più dilagante perché remunerativo» ha dichiarato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia.
In Puglia, dal 2002 a maggio 2013, ci sono state ben 42 inchieste contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, cioè il 19,4% circa delle inchieste su tutto il territorio nazionale. I traffici internazionali di rifiuti plastici, soprattutto a base di polietilene, sono uno dei tratti tipici dell’ecomafia globale. «La Puglia continua a confermarsi la base logistica di traffici internazionali di rifiuti. I fronti caldi sono sempre i grandi porti di Bari, Brindisi e Taranto. Da qui partono i flussi illegali diretti in Europa ma anche, e soprattutto, in Cina, India e Asia. Si tratta di rifiuti costituiti principalmente da materiale plastico di scarto, carta da macero, rottami ferrosi e rifiuti elettrici ed elettronici sottoforma di scarti che prendono le vie illegali e varcano i confini alla volta di quei Paesi scelti strategicamente dalle holding criminali transazionali, dove è alta la richiesta di questi materiali, dove le leggi sono permissive e le promesse di arricchimento alte» ha concluso Tarantini.
Mio articolo su Barletta News

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