Le fabbriche di cuccioli o puppy mill sono
vietate in Italia (ma non per questo inesistenti come strutture
clandestine), sono tuttavia particolarmente attive nei paesi dell’Est
che anche nel nostro Paese trovano un florido mercato. In esse le
fattrici iniziano a sfornare piccoli fin dal primo calore, sono
stimolate con iniezioni di ormoni per produrne di più e più
frequentemente, vengono eliminate al sopraggiungere dello sfinimento
organico o di una qualche malattia dopo una vita interamente vissuta in
gabbie anguste e maleodoranti. Anche i maschi, utilizzati come
“stalloni”, non durano più di quattro o cinque anni. I cuccioli saranno
poi sottratti alle madri dopo appena un mese di vita: svezzati a stento,
privi delle adeguate difese immunitarie e della naturale maturità
psicologica – le cure parentali sono indispensabili a formare il
carattere – i cuccioli dovranno affrontare ammucchiati uno sull’altro
spaventosi viaggi verso altri stati. Chi sopravvive finirà in vetrina,
oppure nelle mani di altri allevatori o commercianti senza scrupoli.
fonte:AnimalAmnesty
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venerdì 29 agosto 2014
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