Stamattina ho il piacere di
segnalarvi l’uscita di un libro molto speciale: “IL PASSAGGIO DELL’ORSO” scritto dal naturalista Giuseppe Festa dopo un’incredibile
esperienza nel Parco Nazionale d’Abruzzo.
Questo meraviglioso angolo di paradiso squisitamente italiano è il cuore
pulsante del romanzo. Qui le vite di due
giovani volontari s’intrecciano con quella di un cucciolo d’orso marsicano
rimasto orfano. Il rapporto indelebile che si verrà a creare tra lo studente e
l’animale è però minacciato dalla presenza dei bracconieri che da tempo ormai
hanno individuato nelle montagne abruzzesi una vera e propria miniera d’affari.
Questo avvincente romanzo, oltre a
raccontare una storia incredibile, ha lo scopo di sensibilizzare i lettori e
informarli sui vari pericoli che minacciano l’esistenza degli orsi. Non a caso
infatti il libro ha ricevuto l’appoggio ufficiale dell’A.I.D.A.P (Associazione
Italiana Direttori Aree Protette) ed è stato recensito con queste parole dalla
famosa scrittrice Dacia Maraini:
«Un racconto bellissimo di orsi e
di uomini. I sentimenti, le paure, le fragilità ma anche il coraggio, la voglia
di vivere e la generosità di esseri così diversi, eppure così simili. Un
romanzo che celebra la natura e gli animali, senza venir meno al rispetto per
gli uomini».
Conosciamo meglio Giuseppe Festa, educatore ambientale, scrittore e musicista che ha gentilmente
concesso un brave intervista a Mela
Verde News che con lui e tantissimi altri volontari nel mondo combatte per
la salvaguardia ambientale/animale.
1) Come hai sviluppato l'amore per questi animali?
Qualche anno fa ho partecipato a un
turno di volontariato naturalistico al Parco Nazionale d’Abruzzo, e
lì ho fatto la mia prima conoscenza con gli orsi. In quel periodo c’era
un’orsa confidente, che i guardaparco chiamavano Yoga, che ogni tanto si
avvicinava al Casone Antonucci, dove stavamo noi volontari. Veniva a graffiare
la porta della legnaia in cerca di cibo, e una volta riuscì ad entrare e ad
abbuffarsi di mais. Una presenza che non ci ha mai intimorito, forse perché
confortati dalle parole dei guardaparco. Ci rassicurarono sul fatto che gli
orsi marsicani non vanno alla ricerca di spuntini umani, e questo ci bastò per
vivere quell’esperienza con euforia ed entusiasmo. Ma non furono tutte rose e
fiori per la povera orsa, come ho raccontato nel mio libro, ispirato proprio a
quell’esperienza.
2) Quali sono i pericoli che minacciano la vita degli orsi?
Innanzi tutto la perdita del loro
habitat. Gli orsi amano starsene tranquilli nei posti più remoti delle foreste,
hanno bisogno di ampi territori per trovare cibo, di luoghi appartati dove
andare in letargo. L’avanzata dell’urbanizzazione e la costruzione di nuove
strade anche nei luoghi più sperduti ha messo in crisi questa specie. Anche il
bracconaggio ha fatto la sua parte, ma al giorno d’oggi uno dei pericoli
maggiori per gli orsi è quello di avvicinarsi troppo all’uomo in cerca di cibo.
Proprio pochi giorni fa, in Svizzera, è stato ucciso un orso confidente che
aveva fatto qualche visita di troppo ai pollai e agli ovili di un villaggio. In
Italia esiste un protocollo molto rigoroso per gestire e allontanare gli orsi
confidenti, e l’uccisione non è assolutamente contemplata. In Svizzera non è
così, purtroppo.
3) Pensi che sia importante provare almeno una volta nella vita l'esperienza di volontario in un'area protetta?
Per me è stata un’esperienza
incredibile. Quando tornai dal Parco, cambiai città e corso universitario in un
sol colpo. Studiavo Ingegneria e vivevo a Milano. Be’, mi iscrissi a Scienze
Naturali e mi trasferii a Bergamo, dove vivo tuttora e dove svolgo l’attività
di educatore ambientale. Come vedi, dire che l’esperienza di volontariato al
Parco mi ha cambiato la vita, non è affatto esagerato!
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