Durante la sua conferenza a Trondheim (in Norvegia) l'Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes) ha lanciato un allarme preoccupante: "La perdita di biodiversità non riguarda solo flora e fauna selvagge:
anche all'interno delle fattorie si stanno perdendo moltissime specie". Secondo Zakri Abdul Hamid, presidente del panel a cui hanno aderito 110 paesi ma non l'Italia: "Il declino nella diversità di piante e animali sta avvenendo proprio in contemporanea con il bisogno di aumentare
fortemente la produzione di cibo e con i cambiamenti dell'ambiente''.
A quanto pare circa il 75% della diversità genetica delle piante coltivate è stato perso nell'ultimo secolo, con gli agricoltori che si sono
concentrati su varietà ad alta resa geneticamente uniformi. Delle
30mila piante commestibili conosciute, solo 30 sono responsabili del 95%
della produzione di cibo per l'uomo, e il 60% è concentrato in cinque
piante: riso, grano, mais, miglio e sorgo.
Dal punto di vista degli animali non va meglio: con il 22% delle specie addomesticate considerate a rischio perchè hanno una popolazione inferiore ai mille capi.
Dal punto di vista degli animali non va meglio: con il 22% delle specie addomesticate considerate a rischio perchè hanno una popolazione inferiore ai mille capi.
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