Si chiude oggi a Gorizia, con l’ultima di tre intense giornate, la IV edizione del Festival Vegetariano, manifestazione che è divenuta il principale punto di riferimento a livello nazionale per il sempre più numeroso popolo di vegetariani in Italia (secondo Eurispes, il 6% della popolazione): l’hanno raggiunta, visitata e amata in 40.000. Un record di presenze che Massimo Santinelli, direttore della kermesse - organizzata da Eventgreen, promossa da Biolab e patrocinata dal Ministero dell’Ambiente -, commenta così: “Quest’anno il Festival ha davvero raggiunto la maturità: abbiamo potuto vedere tantissima curiosità, grande partecipazione, sale sempre piene e un clima di grande serenità”.
La ricetta del Festival, che ha registrato
un crescendo anno dopo anno (poche
migliaia di visitatori il primo anno, 10 mila alla seconda edizione, 25
mila alla terza), faceva d’altronde presagire tanto successo: anzitutto la volontà di parlare a tutti, soprattutto
a chi vegetariano non lo è ancora ma si sta ponendo il problema di quello che
mangia, seguito da un nutrito programma
culturale, fatto sì di nomi di richiamo nazionale ma soprattutto di
concetti e testimonianze importanti da diffondere (quest’anno si sono battute
le piste di salute e benessere, produzione green e rispetto per gli
altri esseri umani e antispecismo), interattività (showcooking, workshop,
ecc.), ottima cucina vegetariana
(altro che insalatina! Al ristorante veg hanno sfilato spezzatini di seitan con
verdura, straccetti di soia, il friulano frico preparato con formaggio con
caglio vegetale e molte altre leccornie).
Al Festival sono passati
quest’anno vegetariani - e non -
illustri: da Jacopo Fo, che
venerdì 30 agosto sera ha riempito il Padiglione Cultura (500 posti a sedere)
con il suo “I calzini sul comò - ti amo, ma non li trovo”, con cui l’attore ha
voluto parlare del rispetto e della comprensione della diversità (anche i
vegetariani oggi sono per molti “diversi”, bisogna conoscerli per capirli), a Mario Tozzi, che ha spiegato l’impatto
ambientale dell’essere carnivori (l’effetto serra è incrementato più dagli
allevamenti intensivi che non dalle auto), fino a Don Pasta, dj ed economista salentino che ha mescolato buona
cucina, musica dal vivo, racconto popolare e immagini sollecitando sensi e
pensiero. E poi lo chef stellato veg
Simone Salvini, secondo il quale “la vera cucina è la cucina vegetariana,
perché i sapori e i colori dei cereali, legumi, ortaggi e frutta di stagione hanno
una capacità di coinvolgere e appagare i sensi senza eguali”.
E poi tanti gli esperti: tra questi Marco Mamone Capria, presidente della
Fondazione Hans Ruesch per una medicina senza vivisezione, la psicologa Anna Maria Manzoni, il veterinario
omeopata dell’isola – carcere di Gorgona Marco
Verdone, e poi nutrizionisti, agronomi, economisti, esperti di marketing
(disertori) come Marco Geronimi Stoll, scrittori e giornalisti.
Il Festival si è concluso Sidecar
Smilla, il tour compiuto da Smilla (meticcia di nove anni) e Paolo Susana
(il suo umano, goriziano cinquantenne) in sella al sidecar Ronzinante: nel mese
di agosto hanno attraversato in venti
tappe l’Italia dei canili e dei rifugi per sensibilizzare sui temi
dell’abbandono e del randagismo e per raccontare situazioni di emergenza ma
anche piccole eccellenze. Al Festival il racconto del loro viaggio e dei
progetti futuri.
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