lunedì 7 ottobre 2013

I ricercatori modenesi Stefano Montanari e Antonietta Gatti presentano l’elenco dei cibi contaminati da metalli pesanti



In questi sta circolando nuovamente online  l’elenco dei cibi contaminati da metalli pesanti, dunque tutte le marche da evitare (citate in precedenza già da Beppe Grillo sul suo blog). La ricerca è stata condotta dagli scienziati nonché coniugi modenesi Stefano Montanari e Antonietta Gatti, che hanno dimostrato la presenza di sostanze altamente inquinanti e nocive per la salute umana, contenute in numerosi prodotti alimentari attualmente e regolarmente venduti in Italia e nel resto del mondo. Lo studio ha evidenziato la presenza di particelle di metalli pesanti fortemente cancerogene, provenienti dal fumo di termovalorizzatori (gli inceneritori di rifiuti). La lista è lunga: alluminio, ferro, cromo, nichel, silicio, stronzio, sodio e magnesio. Tutti elementi che “infestano i prodotti sottoforma di particelle grandi fra 10 -8 e 10 -5 metri, micro e nano particelle appunto”. Secondo i due scienziati queste micro particelle potrebbero essere ancora più pericolose delle macro particelle dei gas di scarico delle auto, perché entrano nel nostro sangue e si annidano negli organi rimanendovi per sempre, aumentando il rischio di un cancro.

"Il progetto Europeo QLRT-2002-147, avvalendosi di studi di microscopia elettronica a scansione di tipo ambientale, secondo una metodica originale ed innovativa, ha permesso di accertare come tessuti patologici relativi a malattie criptogeniche di natura oncologica o infiammatoria presentino un contenuto di particelle inorganiche di dimensioni micro e nanometriche, un reperto non rinvenibile, invece, nei tessuti sani. In sostanza, esiste una correlazione fra la presenza di micro e nanoparticelle inorganiche nel corpo umano e il presentarsi di patologie di natura oncologica, quindi tumorali” spiega il dossier. A quanto pare subito dopo i risultati dello studio gli stessi scienziati hanno inviato alle aziende interessate i risultati delle loro analisi senza ricevere alcuna risposta.
ELENCO DEI PRODOTTI SOTTO ACCUSA
Pandoro Motta: Alluminio, Argento
Salatini Tiny Rold Gold (USA): Ferro, Cromo, Nichel (cioè acciaio), Alluminio
Biscotti Offelle Bistefani: Osmio, Ferro, Zinco, Zirconio, Silicio-Titanio
Biscotti Galletti Barilla: Titanio, Ferro, Tungsteno
Macine Barilla: Titanio
Granetti Barilla: Ferro, Cromo
Nastrine Barilla: Ferro
Biscotti Cuor Di Mela (Mulino Bianco): Ferro, Zinco, Cromo, Zirconio, Silicio, Osmio, Titanio, Alluminio, Manganese, Solfato di Bario
Plum cake allo yogurt Giorietto Biscotti: Ferro. Cromo
Ringo Pavesi: Ferro, Cromo, Silicio, Alluminio, Titanio
Pane carasau (I Granai di Qui Sardegna): Ferro, Cromo
Pane ciabatta Esselunga: Piombo, Bismuto, Alluminio
Pane morbido a fette Barilla: Piombo, Bismuto, Alluminio
Paneangeli Cameo: Alluminio, Silicio
Pane Panem: Ferro, Nichel, Cobalto, Alluminio, Piombo, Bismuto, Manganese
Cornetto Sanson (cialda): Ferro, Cromo e Nichel (cioè acciaio)
Biscotto Marachella Sanson: Silicio, Ferro
Omogeneizzato Manzo Plasmon: Silicio, Alluminio
Omogeneizzato Vitello e Prosciutto Plasmon: Ferro, Solfato di Bario, Stronzio, Ferro-Cromo, Titanio
Cacao in polvere Lindt: Ferro, Cromo, Nichel
Tortellini Fini: Ferro, Cromo
Hamburger McDonald’s: Argento
Mozzarella Granarolo: Ferro, Cromo, Nichel
Chewing gum Daygum Microtech Perfetti: Silicio (cioè vetro)
Integratore Formula 1 (pasto sostitutivo) Herbalife: Ferro, Titanio
Integratore Formula 2 Herbalife: Ferro, Cromo

“Questo mio studio non va preso come un'accusa a questa o a quella marca - sottolinea Stefano Montanari - è semplice da capire che un pacco di biscotti può essere contaminato al supermercato di Modena e non esserlo da altre parti. O, magari, essere comunque contaminato ma da altri agenti inquinanti. Questo perché i macchinari utilizzati per le produzioni alimentari, la maggior parte composti da ferro, hanno un impatto considerevole sulla contaminazione di un cibo. Così come la farina o gli altri elementi primari. Ed è naturalmente impensabile credere che tutti gli stabilimenti di produzione usino macchinari identici e materiali identici. Ecco perché il dossier voleva essere una semplice fotografia di quello che mangiamo". 
A supporto delle tesi del dottore Montanari anche una casistica rispettabile. Nei circa cinquecento casi patologici finora indagati, oltre a risultare non biodegradabili, le particelle sono anche state classificate come non biocompatibili, e quindi, per definizione stessa, patogeniche. La patogenicità del particolato inorganico micro e nanometrico è stata confermata in vitro su cinque tipi diversi di particelle, presso il laboratorio francese Biomatech”  si legge sul sito della Nanodiagnostics . 

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