
L’impianto di fitodepurazione di
Melendugno si pone come esperienza pilota in Puglia poiché mira a coniugare
l’esigenza della depurazione delle acque reflue dei Comuni di Calimera,
Martignano, e Melendugno con quella della riqualificazione ambientale e
dell’arricchimento eco-paesaggistico regionale, tramite la creazione di un’area
umida. Tant’è che nel 2011 si è aggiudicato il premio nazionale “Pianeta acqua”.
Le attività di educazione ambientale hanno coinvolto 100
classi di 26 scuole di ogni ordine e grado provenienti da tutta
la regione (il 61% dalla provincia di Lecce, il 23% da Bari, il 2% sia da
Brindisi che da Barletta), per un totale di circa 1675 alunni,
dal 5 aprile 2013 fino alla prima settimana di giugno e per tutto il
mese di ottobre.
Tra gli obiettivi del progetto “Io
Fitodepuro”, quello di monitorare la
flora e la fauna presenti nella zona palustre. Periodicamente
sono stati condotti rilievi delle comunità vegetali e dell’avifauna che hanno
permesso di individuare la presenza di quattro tipi di
comunità vegetali ovvero vegetazione
acquatica natante (Lemneto), vegetazione
acquatica radicante (Canneto, Tifeto, Comunità delle idrofite radicanti),
vegetazione riparia e dei prati
periodicamente inondati (Prati allagati, Comunità di sponda
bassa, Comunità di sponda alta), vegetazione
arbustiva xerofila (Gariga ad Erica manipuliflora) e 73 specie di avifauna, di cui
61 per il passo primaverile (Marzo-Aprile-Maggio) e 58 per quello autunnale
(Settembre-Ottobre). Sono state rilevate anche quattro
specie di anfibi, quattro di
rettili e sei di mammiferi. Il percorso naturalistico progettato
ha puntato ad illustrare le peculiarità e il funzionamento dell’impianto di
fitodepurazione di Melendugno, descrivere i concetti base legati alle acque
reflue e ai nuovi trattamenti depurativi naturali, analizzare l’habitat
dell’Area umida ricostruita, e a far capire l’importanza che riveste, in quanto
nursery, come ricovero accogliente per la consistente popolazione svernante e
le numerose specie nidificanti. L’analisi è stata fatta partendo da una
osservazione olistica dell’ecosistema, imparando ad utilizzare come prima
esperienza i sensi per poi riversare in modo scientifico e metodologico ciò che
si è osservato.
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