Dopo
aver saputo che la Commissione Europa intenderebbe denunciare l'Italia alla
Corte di giustizia Ue (leggi qui) sono state rese le motivazioni di tale segnalazione, in
virtù del fatto che se uno Stato membro non recepisce la
legislazione UE nel diritto nazionale entro il termine stabilito, la
Commissione può chiedere alla Corte le sanzioni finanziarie già al primo
deferimento, senza cioè dovere ricorrere ad una seconda sentenza .
«La direttiva 2010/63/UE sulla
protezione degli animali utilizzati a fini scientifici doveva essere emanata
dall’Italia entro il 10 novembre 2012. Dunque, su raccomandazione del
Commissario per l’ambiente Janez Potočnik, la Commissione europea chiede ora
alla Corte di infliggere la penalità, pari a 150.787 euro al giorno. Le
sanzioni tengono conto della gravità e della durata della violazione. Le
penalità giornaliere vengono calcolate a partire dalla data della sentenza e
fino a quando il processo di recepimento non si sia completato. Questo fatto
salvo che lo Stato membro non abbia recepito ancor prima della sentenza» ha
pertanto sottolineato la Commissione che aveva inviato una lettera di diffida
all’Italia già il 31 gennaio 2013.
È stato inoltre sottolineato che: «La
direttiva 2010/63/UE mira ad eliminare le disparità tra gli Stati membri nel
campo della protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali,
educativi e ad altri fini scientifici. Tale Direttiva mira a minimizzare l’uso
di animali negli esperimenti, in particolare animali vertebrati e cefalopodi, e
richiede soluzioni alternative da utilizzare, ove possibile. Nel contempo viene
assicurato che la ricerca nella UE rimane di qualità superiore».
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