Greenpeace Italia ha
scritto lo scorso 6 luglio una lettera al ministro dell’Ambiente per chiedere
chiarimenti sulla natura delle diverse
tonnellate di rifiuti italiani che, secondo quanto riportato da diversi media,
sarebbero stati trasportati di recente in Marocco. Al momento nessuna
risposta ci è pervenuta dal ministro Galletti.
Secondo gli accordi internazionali
in vigore, l’Italia, in quanto firmataria della Convenzione di Basilea, non può
in nessun caso esportare rifiuti pericolosi verso altri Paesi non OCSE. Per
esportare tipologie di rifiuti considerati non pericolosi, ovviamente l’Italia
ha il dovere di rispettare eventuali divieti contenuti nelle leggi del Paese
importatore. Ad esempio, poiché il Marocco ha ratificato il Protocollo di
Smirne della Convenzione di Barcellona, le norme di importazione dei rifiuti in
questo Paese sono particolarmente severe ed escludono, ad esempio, materiali
derivanti dalla raccolta indifferenziata di rifiuti solidi urbani e rifiuti
infiammabili come gli pneumatici fuori uso.
«Se, come riferito dai media, l’Italia ha davvero
esportato in Marocco rifiuti urbani e pneumatici fuori uso, saremmo in presenza
di una palese violazione del diritto internazionale», dichiara Giuseppe
Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia. «Il
trasporto nel Mediterraneo di rifiuti da incenerire è comunque un grave
pericolo per l’ambiente. L’incenerimento di qualsiasi tipo di rifiuti dovrebbe
essere vietato, per impedire l’immissione nell’ambiente di sostanze chimiche
pericolose che potrebbero avere un grave impatto sulla salute delle persone e
sugli ecosistemi», conclude.
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