martedì 19 luglio 2016

Serve chiarezza sui rifiuti italiani esportati in Marocco

Greenpeace Italia ha scritto lo scorso 6 luglio una lettera al ministro dell’Ambiente per chiedere chiarimenti sulla natura delle diverse tonnellate di rifiuti italiani che, secondo quanto riportato da diversi media, sarebbero stati trasportati di recente in Marocco. Al momento nessuna risposta ci è pervenuta dal ministro Galletti.

Secondo gli accordi internazionali in vigore, l’Italia, in quanto firmataria della Convenzione di Basilea, non può in nessun caso esportare rifiuti pericolosi verso altri Paesi non OCSE. Per esportare tipologie di rifiuti considerati non pericolosi, ovviamente l’Italia ha il dovere di rispettare eventuali divieti contenuti nelle leggi del Paese importatore. Ad esempio, poiché il Marocco ha ratificato il Protocollo di Smirne della Convenzione di Barcellona, le norme di importazione dei rifiuti in questo Paese sono particolarmente severe ed escludono, ad esempio, materiali derivanti dalla raccolta indifferenziata di rifiuti solidi urbani e rifiuti infiammabili come gli pneumatici fuori uso.

«Se, come riferito dai media, l’Italia ha davvero esportato in Marocco rifiuti urbani e pneumatici fuori uso, saremmo in presenza di una palese violazione del diritto internazionale», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia. «Il trasporto nel Mediterraneo di rifiuti da incenerire è comunque un grave pericolo per l’ambiente. L’incenerimento di qualsiasi tipo di rifiuti dovrebbe essere vietato, per impedire l’immissione nell’ambiente di sostanze chimiche pericolose che potrebbero avere un grave impatto sulla salute delle persone e sugli ecosistemi», conclude.

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