Mentre i marchi Vaude e Rotauf annunciano
l’adesione all’impegno Detox di Greenpeace - in occasione del lancio della
classifica dei marchi outdoor in relazione all’uso di sostanze pericolose -
Greenpeace dimostra, pubblicando le analisi dell’aria dei negozi di aziende tra
le meno virtuose, come sia contaminata l’aria che respiriamo.
Greenpeace ha reso noti oggi, infatti, i risultati di analisi
effettuate su campioni di aria in negozi outdoor monomarca (Mammut, The North
Face, Norrona e Haglöfs) e multimarca, in Europa e a Taiwan. In Italia, sono
stati analizzati campioni di aria nei negozi monomarca The North Face di Milano
e Torino. Il risultato è che le concentrazioni di PFC volatili nei negozi presi
in esame sono fino a mille volte più elevate rispetto a quelle presenti all’aria
aperta.
"Nei
mesi scorsi migliaia di appassionati di tutto il mondo hanno portato
all’attenzione dei propri marchi preferiti il problema ambientale generato
dall’utilizzo dei PFC" dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna
inquinamento di Greenpeace Italia. "Oggi alcuni marchi riconoscono la
necessità di eliminare queste sostanze chimiche pericolose dalle loro filiere
produttive e di utilizzare le alternative ai PFC già esistenti”.
La
classifica dei marchi dell’outdoor basata sulle loro dichiarazioni pubbliche
relative all’eliminazione dei PFC permette di identificare chiaramente i
CAMPIONI DETOX rispetto ai MEDIOCRI, coloro che non si stanno dimostrando
all’altezza delle promesse fatte ai consumatori, e ai FUORI GARA, ovvero quei
marchi che non si sono assunti alcuna responsabilità riguardo l’uso dei PFC.
Molte
aziende pur avendo dichiarato pubblicamente di voler eliminare i PFC entro il
2020 continuano ad utilizzarli in zaini, scarpe e sacchi a pelo; altre mancano
di trasparenza o di un adeguato sistema di tracciabilità delle sostanze
chimiche pericolose nelle filiere produttive. “Aziende leader del settore come
The North Face, Mammut, Norrona e l’italiana Salewa continuano a non affrontare
adeguatamente il problema e si nascondono dietro promesse poco ambiziose, condannandoci a un inquinamento da PFC
pressoché irreversibile" conclude Ungherese.
Ci sono
invece aziende che fanno sul serio. Rotauf ha già eliminato i PFC dai propri
prodotti mentre il marchio tedesco Vaude si è impegnato a farlo entro il 2018. L’impegno
arriva a pochi mesi di distanza da quello dell’azienda inglese Paramo. Sono
scelte che confermano le responsabilità del resto del settore che continua a voler
dipendere dall’utilizzo di sostanze chimiche pericolose come i PFC.
Ricerche scientifiche dimostrano che l'esposizione a PFC volatili,
come quelli rinvenuti nei campioni d’aria dei negozi presi in esame da
Greenpeace, può essere collegata all’aumento nel sangue dei livelli di PFOA
(Acido Perfluoroottanoico), una sostanza nota per la sua tossicità e
cancerogenicità. L'esposizione ad alcuni PFC è associata a numerosi effetti
negativi sulla salute, compresi il cancro ai reni e ai testicoli, pertanto
Greenpeace esorta le autorità sanitarie nazionali competenti ad indagare in
modo approfondito i possibili impatti sulla salute dei lavoratori e dei
cittadini generati dall'esposizione ai PFC.
Leggi il
briefing (in italiano): “Invisibili agli occhi: i PFC nell’aria dei negozi di
abbigliamento outdoor”: http://www.greenpeace.org/ italy/Global/italy/report/ 2016/Briefing_airsampl_ Greenpeace.pdf
Leggi il
rapporto “Hidden in Plain Sight- PFCs in air in outdoor store” (in inglese): http://www.greenpeace.org/ international/en/publications/ Campaign-reports/Toxics- reports/Hidden-in-Plain-Sight/
Nessun commento:
Posta un commento