Intervenendo all’assemblea
di Confindustria Taranto, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano
ha detto : “sto cercando di affrontare l’emergenza Taranto facendo il mio
dovere.
Taranto è una città che ha
sempre fatto il suo dovere, servendo il suo Paese, molto più di altre città.
Su Taranto stiamo lavorando
meticolosamente, abbiamo verificato che esistono metodi produttivi che
consentirebbero di abbattere quasi a zero l’inquinamento.
La nostra relazione sulla
decarbonizzazione è stata presentata a Parigi alla conferenza sul clima e poi
trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Oggi sto ancora aspettando
di incontrare sul tema il Presidente del Consiglio.
Attendo e attendiamo ancora:
sono convinto che la Confindustria ci darà una mano a discutere con il Governo
su questa proposta.
La Regione ha effettuato uno
studio epidemiologico su Taranto, dal quale si evince che se Ilva dovesse
tornare a alti livelli produttivi, per esigenze di produzione, i dati
peggiorerebbero per tutte le patologie.
E ricordo che per la
fabbrica era stato chiesto il sequestro per il reato di avvelenamento di
sostanze alimentari: un reato gravissimo, per il quale è in corso un processo
dinanzi alla Corte d'assise.
Abbiamo chiesto deroghe per
la sanità tarantina rispetto ai limiti imposti dal DM70, anche se considero
immorale questa situazione, visto che come Regione chiediamo di potenziare le
cure pur mantenendo, da parte dello Stato italiano, la fonte
dell’avvelenamento.
Quindi spero che
Confindustria riesca ad aprire una discussione seria, che peraltro è pressante,
perchè qualcuno oggi ha detto, rivolgendosi a me “stai scoraggiando gli
acquirenti”.
E io dico “e che volete
fregarli gli acquirenti?”.
Se qualcuno si deve comprare
la fabbrica deve sapere a che condizioni la compra, quanto gli costa, quanto
costa rimetterla in funzione e sapere quanti anni la potrà utilizzare per
produrre l’acciaio strategico per l’Italia.
Il caso vuole che stiano per
arrivare in Puglia miliardi di metri cubi di gas, che ancora una volta servono
per motivi strategici di questo Paese. E sono previste compensazioni
ambientali. E abbiamo detto: è possibile averne una parte per alimentare l’Ilva
e la centrale Enel di Brindisi ottenendo il gas necessario al prezzo del
carbone?
Ma forse non dovevo dire la
parola “carbone”, una parola che muove interessi enormi e significa redditi
elevati per molti nella produzione, movimentazione, pulitura, stoccaggio.
E il clima di questa città è
drammatico al punto che il sindacato è così colpito dal ricatto occupazionale
che quando il presidente della Regione ha detto prendiamo una decisione comune
sulla messa in sicurezza sulla fabbrica perché così non si può andare avanti,
ha reagito .
Ma se io non avessi detto
questa frase, “fermiamo le macchine se non è garantita la salute dei cittadini
e la sicurezza dei lavoratori", si sarebbe andati avanti come se niente fosse, facendo finta di
nulla.
E io questo non posso
permetterlo, perché è il mio dovere tutelare i miei concittadini a qualunque
costo.
Non sono un politicante
qualunque. Ed è forse questa la ragione per la quale qualcuno si sta agitando.
Perché si sa che con un
politicante si può sempre trattare, ma con la Regione Puglia non si può
trattare sulle regole che tutelano la vita delle persone e che si devono
applicare. E gli industriali lo sanno”.
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