Negli ultimi dieci anni, la produzione e lo smaltimento di smartphone
hanno avuto un impatto significativo sul nostro pianeta, secondo un rapporto
diffuso da Greenpeace Usa, all’inaugurazione del “World mobile congress”
di Barcellona.
Il
rapporto “From Smart to Senseless: The Global Impact of Ten Years of Smartphones” fornisce una panoramica dell’aumento
dell’uso degli smartphone in tutto il mondo, a partire dal lancio del primo
IPhone nel 2007, e del loro impatto sul nostro pianeta. Il rapporto mostra che
dal 2007 sono stati usati per la produzione di smartphone all’incirca 968 TWh,
quasi l’equivalente di un anno di fabbisogno energetico dell’India. I
dispositivi contribuiscono significativamente alla grande crescita dei rifiuti
elettronici prodotti: si prevede di arrivare a 50 milioni di tonnellate nel
2017.
Ecco
alcuni dei dati raccolti:
·
Dal 2007 a oggi sono stati prodotti 7,1 miliardi di
smartphone
·
Solo nel 2014, secondo uno studio della United Nations
University, sono stati prodotti 3 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici
legati alla produzione di smartphone. Meno del 16 per cento dei rifiuti elettronici
globali viene riciclato.
·
Dal 2007 circa 968 TWh sono stati usati per produrre
smartphone, che è lo stesso quantitativo di un anno di fabbisogno energetico in
India.
·
Solo due modelli su tredici, esaminati come parte
delle ricerca da Greenpeace Usa e iFixit, avevano batterie facilmente
sostituibili. Questo significa che, quando la batteria inizia a scaricarsi, i
consumatori sono costretti e sostituire l’intero dispositivo. Negli Stati Uniti
gli smartphone vengono usati per un periodo medio di 26 mesi (circa due anni).
·
Nel 2020 le persone che posseggono smartphone saranno
6,1 miliardi, ovvero circa il 70 per cento della popolazione globale.
“Se tutti gli smartphone prodotti
nell’ultimo decennio fossero ancora in uso, ce ne sarebbero abbastanza per ogni
persona sul pianeta. I consumatori sono spinti a cambiare telefonino così spesso
che la media di utilizzo è di soli due anni: l’impatto sul pianeta è devastante”
afferma Elizabeth Jardim di Greenpeace Usa. “Quando si considerano tutti i
materiali e l’energia richiesta per realizzare questi dispostivi, la loro
durata e il basso tasso di riciclo, diventa chiaro che non possiamo continuare
su questa strada. Abbiamo bisogno di dispositivi che durino più a lungo e, in
sostanza, abbiamo bisogno di aziende che adottino un nuovo modello di
produzione circolare”.
Greenpeace chiede
all’intero settore IT di adottare un modello di produzione circolare, in modo
da affrontare alla radice molte di queste sfide ambientali. Un caso esemplare è
quello di Samsung, che dovrebbe impegnarsi pubblicamente al riciclo del Galaxy
Note 7s, riducendo al minimo l’impatto sulle persone e sull’ambiente. Invece
non è ancora chiaro cosa intenda fare con i 4,3 milioni di telefonini che ha
ritirato dal commercio.
Leggi il rapporto “From Smart to Senseless: The Global Impact of Ten Years of Smartphones”
(in inglese): www.greenpeace.org/usa/ smartphones
Leggi lo
studio della United Nations University: https://i.unu.edu/media/unu. edu/news/52624/UNU-1stGlobal- E-Waste-Monitor-2014-small.pdf
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