“Una telefonata allunga la vita”. Ricordate il pay off dello spot video di una nota campagna di telecomunicazioni che ha visto per molti anni protagonista Massimo Lopez? Lo slogan è ancora attualissimo e ben si presta a descrivere un innovativo sistema realizzato per evitare che animali di grossa taglia, e in particolare lo squalo elefante, possano morire nelle reti da posta dei pescatori vittime di catture accidentali.
Il sistema, messo a punto dal Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università della Calabria, è stato sperimentato nei giorni scorsi con successo nelle acque dell’Isola dell’Asinara ed è stato sviluppato nell’ambito del progetto SharkLife con l’obiettivo specifico di ridurre le catture e la mortalità dello squalo elefante, il pesce più grande del Mediterraneo, che molto spesso rimane impigliato involontariamente nelle reti da posta mentre nuota lungo le coste in cerca di plancton.
Il sistema, messo a punto per gli squali, potrà servire anche per animali di grande taglia come i cetacei e le tartarughe marine. Il Mediterraneo è un mare semi-chiuso che ospita 45 specie di squali e l’Italia, grazie alla sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo, ospita 43 specie di squali. Il rapporto IUCN presenta prove del fatto che l’area del Mediterraneo possiede la percentuale più alta di squali e razze minacciate al mondo. Il 42% delle 71 specie valutate sono elencate nella Lista Rossa delle specie minacciate (nelle categorie Criticamente minacciate, in pericolo o vulnerabili) a causa del loro stato di conservazione.