Nonostante gli interventi e le
proteste di animalisti, ambientalisti e volontari, la caccia alle balene è ancora una tragica realtà in diversi paesi del
mondo. Le varie ONG per tutelarle spendono almeno 25 milioni di dollari, ma ogni
anno ne vengono uccise più di 2000 (i profitti della caccia ammontano a 31
milioni di dollari l’anno) e pare che i loro killer non abbiano intenzione di
fermarsi.
Un ultimo tentativo volto a
mettere fine agli stermini è la ricerca “Conservation
science: A market approach to saving the whales”, pubblicata su Nature. Si
tratta di una proposta formulata da tre studiosi, Christopher Costello, Steven
Gaines e Leah R. Gerber, che chiedono di dar vita a un vero e proprio mercato delle balene, poiché questo può
essere il solo modo per proteggerle. Secondo loro infatti, mettere un “prezzo”
alle balene (questo significa considerarle a tutti gli effetti un “prodotto” e
non degli esseri viventi) e lasciarle acquistare ai non-cacciatori, servirebbe
ad azzerare il mercato. In effetti la proposta suona un po’ strana poiché le
balene come molte altre specie a rischio sono animali/abitanti della Terra e
non merci di scambio.
Non dimentichiamo poi che la
caccia alle balene da parte di giapponesi, islandesi e norvegesi è
purtroppo sorretta da sovvenzioni
governative. A tal proposito Patrick Ramage, direttore del programma balene
dell’International Found Animal Welfare, ha commentato «Dobbiamo dare ai
Governi un buon motivo per sospendere la caccia alle balene». Il motivo è
semplicemente evitare questi inutili stermini.
Lo sostiene anche un’icona del
cinema mondiale, Brigitte Bardot,
che a 77 anni scende ancora in campo per difendere i diritti degli animali. Questa
volta ha scritto di suo pugno una lettera indirizzata al primo ministro
giapponese Yoshihiko Noda, annunciando che Sea Shepherd solcherà le acque del
santuario australe per impedire un nuovo massacro. Questo il testo della
lettera tradotta in italiano:
«Voi potete chiamare la caccia “scientifica”,
ma non ingannerete la gente. Il Giappone adotta una caccia commerciale in beffa
alla moratori adottata da oltre 30 anni e c’è chi viola il santuario australe
voluto sin dall’inizio dalla Francia. Le balene sono in pericolo, ogni animale
ucciso è un crimine contro la biodiversità. Contro le vostre navi da guerra
sarà presente la flotta Sea Shepherd con il mio amico, il capitano Paul Watson,
a capo del trimarano Brigitte Bardot, per combattere i briganti, gli assassini
del mare. È indecente annunciare l’aumento del budget riservato alla caccia
alle balene a 27 milioni di dollari, in un momento in cui la comunità internazionale
si mobilita per aiutare le vittime del disastro di Fukushima.Giungono voci sull’incredibile
avvelenamento causato dalle diverse sostanze chimiche, per sterminare gli
animali ancora vivi nella zona di evacuazione. E vi chiedo conto, a nome di
questi animali e sul futuro a loro riservato, che sembra essere la condanna a
essere abbandonati».
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