venerdì 27 luglio 2012

WWF e sequestro ILVA Taranto


Dopo il sequestro, senza facoltà d'uso, di 6 reparti dell'ILVA di Taranto e gli arresti domiciliari per otto indagati, tra dirigenti ed ex dirigenti dello stabilimento siderurgico, disposti dal Gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco, si accendono nuovamente i riflettori sulla grande industria a Taranto che ha un impatto rilevante sulla salute umana e sull’ambiente. È indubbio, infatti, che in questi anni l’inquinamento industriale ha influito negativamente sull’agricoltura, sull’allevamento di bestiame, sull’ittiocoltura e sull’economia della città.
Su queste vicende sempre alta è stata l’attenzione del WWF, che aveva depositato un ricorso avverso l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dal Ministero dell’Ambiente a favore dello stabilimento tarantino, ritenendo il provvedimento carente degli strumenti burocratici, tecnici e tecnologici idonei a garantire l’ambiente, quindi la salute dei cittadini.
Un atto dovuto – afferma il Presidente del WWF Puglia Leonardo Lorusso - non solo per rispondere alle doglianze presentate dalla società del Gruppo Riva a fine 2011, che addirittura richiedevano un’ulteriore riduzione delle già esigue prescrizioni contenute nell’A.I.A., ma anche per contestare la competenza e il merito dello stesso provvedimento ministeriale”. Forse il WWF ci aveva visto giusto alla luce delle ultime vicende. Non solo: recentemente il WWF ha presentato l'atto di significazione di parte offesa al processo relativo all'inquinamento generato dagli impianti ILVA, incaricando l'avv. Francesco Di Lauro per la difesa legale.
Ora l’azienda è chiamata alle sue responsabilità: se vorrà ancora continuare la sua attività industriale dovrà ridurre il suo impatto nocivo sul territorio e sarà l’unica responsabile della grave crisi sociale ed occupazionale che si è venuta a creare.
comunicato stampa wwf puglia

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