Nell’Europa dell’est sterminare i
cani è quasi un’abitudine. Le catture continua no anche di fronte alle grida di
cittadini e animalisti. Perché lo fanno? Perché potrebbero dare fastidio e
disturbare i turisti. Nell’ultima settimana in Romania, su approvazione del sindaco Cristian Radu, centinaia di cani randagi sono stati
rastrellati per le strade di Mangalia (una località turistica che si
affaccia sul Mar Nero). Si parla di circa 400 animali spariti nel nulla,
catturati da un’azienda ignota e trasportati in “canili attrezzati” di cui
ovviamente non esiste traccia. La cosa assurda è che le uccisioni dei cani randagi sono vietate per legge in Romania dal
2008 ma continuano indisturbate in tutto il paese grazie alla corruzione
diffusa e agli interessi economici legati alla gestione del randagismo.
L’anno scorso il City Manager
Romulus Dumitrana aveva visitato il rifugio modello dell’associazione Save the
Dogs chiamato “Footprints of Joy”, a Cernavoda, e aveva manifestato
pubblicamente l’intenzione di avviare un pacchetto di misure per arginare il
fenomeno del randagismo e risolverlo con metodi corretti. «Ci avevano detto che a causa di un grave
deficit di bilancio non potevano iniziare subito con una campagna di
sterilizzazione – spiega la presidente di Save the Dogs Sara Turetta – ma che avevano bisogno di mandare un segnale
alla cittadinanza, e ci hanno chiesto aiuto. Una colossale presa in giro perché
molti di quegli animali oggi vengono presi e fatti sparire, sicuramente uccisi
in qualche struttura lontano da occhi indiscreti».
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