lunedì 21 settembre 2015

Rinnovabile è possibile e conviene



Nel 2050 il Pianeta potrebbe soddisfare interamente
il proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili: uno scenario
non solo possibile, ma anche conveniente, come dimostra “Energy
Revolution 2015 – 100% renewable energy”, un nuovo rapporto pubblicato
oggi da Greenpeace.

Secondo lo studio dell’organizzazione ambientalista, infatti,
l’investimento necessario per raggiungere questo obiettivo entro il
2050 sarebbe più che ripagato dai futuri risparmi derivanti
dall’abbandono dei combustibili fossili. Per un futuro 100 per cento
rinnovabile al 2050, l’investimento aggiuntivo medio nelle rinnovabili
sarebbe di circa 1000 miliardi di dollari l’anno. Il risparmio medio
legato al mancato uso di combustibili fossili rispetto allo stesso
periodo sarebbe invece di 1070 miliardi di dollari l'anno, quindi più
degli investimenti necessari per la completa transizione verso le
rinnovabili.

Secondo lo scenario 2015 – le precedenti edizioni del rapporto hanno
descritto scenari molto vicini a quanto si è poi verificato nella
realtà – entro quindici anni la quota di rinnovabili elettriche a
livello mondiale potrebbe triplicare, passando dall’attuale 21 per
cento al 64 per cento. Questo consentirebbe di diminuire le emissioni
da 30 giga tonnellate annue a 20 giga tonnellate entro il 2030, anche
tenendo conto del rapido sviluppo di nazioni come Brasile, Cina e
India.

«I settori del solare e dell’eolico sono ormai sufficientemente maturi
per poter competere a livello di costi con l’industria del carbone. Ed
è molto probabile che entro il prossimo decennio supereranno
quest’ultima anche in termini di occupazione e di energia fornita»,
spiega Sven Teske di Greenpeace, primo autore del rapporto. «È
responsabilità del settore dei combustibili fossili prepararsi ad
affrontare questi cambiamenti. I governi, d’altra parte, devono
gestire la dismissione del comparto dei combustibili fossili, già in
atto e destinata a diventare sempre più rapida. Ogni ulteriore euro
investito da governi e aziende in nuovi progetti legati alle fonti
fossili è un investimento ad alto rischio, che potrebbe comportare
perdite economiche».

Lo scenario Energy Revolution 2015 spiega inoltre che le rinnovabili
creerebbero più posti di lavoro rispetto agli occupati nel settore dei
combustibili fossili. La sola industria del solare produrrebbe più
occupazione di quanto fa oggi quella del carbone, occupando 9,7
milioni di persone al 2030, più di dieci volte rispetto a quanto
accade oggi. Nello stesso periodo i posti di lavoro nell’eolico
potrebbero crescere fino 7,8 milioni.

«Non possiamo permettere che le lobby dei combustibili fossili
ostacolino il passaggio verso le energie rinnovabili, ovvero la
soluzione più efficace ed etica per un futuro energetico pulito e
sicuro», afferma Kumi Naidoo, Direttore Esecutivo di Greenpeace
International. «Vorrei invitare tutti quelli che dicono “non si può
fare” a leggere questo rapporto, e riconoscere che una rivoluzione
energetica per un futuro 100 per cento rinnovabile si può fare, si
deve fare, e sarà un bene per tutti».

Il vertice sul clima che si terrà tra meno di tre mesi a Parigi
offrirà ai leader mondiali la possibilità di adottare le misure
necessarie e fondamentali per contrastare i cambiamenti climatici,
accelerando la trasformazione già in corso nel settore energetico e
chiudendo per sempre l’era dei combustibili fossili.

Greenpeace chiede che l'accordo sul clima di Parigi consegni una
visione a lungo termine che contempli la totale eliminazione di
carbone, petrolio, gas e nucleare entro il 2050, assicurando così un
futuro 100 per cento rinnovabile per tutti.

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