Greenpeace accoglie con favore la notizia arrivata ieri da Napoli
dove, durante il vertice tra Italia e Francia, il governo ha annunciato l’impegno
di arrivare a un “30% di aree protette marine e terrestri entro il 2030”. Un impegno adottato dai due Paesi in un momento particolarmente
importante: nel 2020 dovranno essere prese a livello globale decisioni
ambiziose per poter garantire al Pianeta un futuro.
L’annuncio
è arrivato mentre a Roma, presso la FAO, delegazioni di oltre 190 Paesi stanno
discutendo gli impegni da adottare durante la prossima riunione della
Convenzione della Biodiversità, che si terrà a ottobre in Cina, per la tutela
della biodiversità del Pianeta, compresa quella marina.
«L’impegno
dell’Italia di avere almeno il 30 per cento di aree protette in mare entro il
2030 arriva in un momento cruciale per la sopravvivenza dei mari, stremati da
attività umane distruttive come le trivellazioni, l’inquinamento da plastica e
la pesca eccessiva, e adesso sempre più minacciati dal cambiamento climatico», dichiara
Giorgia Monti responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia. «È
importante adesso sostenere questo impegno in sede internazionale e lavorare per
sviluppare meccanismi efficaci per metterlo in pratica e proteggere davvero le
aree più sensibili».
Un
rapporto pubblicato dall’ONU lo scorso maggio parla, infatti, di un milione di
specie a rischio estinzione a causa dall'impatto umano, più che in ogni altro
periodo della nostra storia. Tra queste, circa il 40 per cento riguarda specie
di anfibi e un terzo dei mammiferi marini. A settembre, un rapporto dell’IPCC, ha
lanciato un nuovo grave allarme su come i cambiamenti climatici stiano compromettendo
seriamente i nostri oceani, accentuando l’impatto delle altre attività umane.
Per
Greenpeace però le soluzioni esistono, è necessario da un lato tagliare le
emissioni dei gas serra e dall’altro proteggere, come dichiarato oggi
dall’Italia, almeno un terzo dei nostri mari entro il 2030 con una rete di aree
protette. Un obiettivo che gli scienziati definiscono “cruciale” per proteggere
l’ecosistema marino e contribuire a mitigare gli impatti dei cambiamenti
climatici.
«Il
2020 è un anno decisivo per i nostri oceani. A livello internazionale possono
infatti esser prese decisioni destinate a influenzare il loro futuro per sempre»,
continua Monti. «Davanti alle drammatiche evidenze degli ultimi anni, gli
impegni devono essere trasformati in azioni concrete. I governi di tutto il
mondo devono rimboccarsi le maniche per fare quello che chiediamo da anni: istituire
una rete di aree che siano veramente protette. Confidiamo che l’Italia, dopo
questa dichiarazione, lavori in maniera attiva in tale direzione a livello
internazionale, comunitario e nazionale. C’è bisogno di un’azione coordinata e
globale per salvare gli oceani del Pianeta» conclude Monti.
A
fine marzo si terranno i negoziati finali per definire un accordo ONU per la
tutela degli oceani. È fondamentale che tale trattato preveda la possibilità
non solo di istituire aree protette ma anche quella di sviluppare concrete
misure per proteggerle. I mari del Pianeta non hanno bisogno di altri parchi
“carta”, come il Santuario Pelagos, ma di aree dove a tartarughe, delfini e
tutti i suoi abitanti sia garantito di poter sopravvivere. Oltre 2 milioni e 5
mila persone in tutto il mondo si sono unite alla campagna “Proteggi gli Oceani”
di Greenpeace. Milioni di voci per la tutela del mare che l’organizzazione
ambientalista porterà ai governi che si riuniranno a New York.
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