Greenpeace lancia oggi “Tartarughe in
viaggio”, il corto di animazione realizzato per l’organizzazione dal
pluripremiato studio Aardman, creatore tra gli altri di “Galline in fuga” e “Wallace
e Gromit”, che mostra come i nostri oceani siano in pericolo e quanto sia
importante agire subito per proteggerli.
Con
la partecipazione straordinaria dei premi Oscar Olivia Colman and Dame Helen
Mirren, per la versione internazionale, e di Giorgia e Adriano Giannini, doppiatori
per la versione italiana, il video racconta la storia di una famiglia di
tartarughe che tenta di tornare a casa, in un oceano che è sempre più
minacciato da cambiamenti climatici, inquinamento da plastica, trivellazioni
petrolifere e pesca eccessiva.
La
cantautrice Giorgia, doppiatrice di “mamma tartaruga”, dichiara: “Sono felice
di dar voce a una tartaruga grazie a Greenpeace. La casa è quanto di più prezioso
abbiamo, uno spazio sicuro per noi e la nostra famiglia. Eppure la stiamo
togliendo a tartarughe, balene, pinguini e tanti altri animali. Se non agiamo
ora, rischiamo di causare danni irreversibili ai nostri oceani e di perdere alcune
specie per sempre. Spero che questo corto faccia prendere coscienza a sempre più
persone dei danni che stiamo causando al mare".
Negli
ultimi 500 anni le popolazioni di tartarughe marine si sono fortemente ridotte,
principalmente a causa della caccia. Oggi le principali minacce alla loro
sopravvivenza sono la pesca industriale, l’urbanizzazione costiera, l’inquinamento
e i cambiamenti climatici. Le tartarughe
marine migrano per migliaia di chilometri attraverso i mari per spostarsi tra
le spiagge dove nidificano, le aree dove si accoppiano e quelle più ricche di
cibo per alimentarsi.
In
contemporanea all’uscita del corto, Greenpeace lancia oggi i risultati di uno
studio realizzato per tracciare le migrazioni delle tartarughe liuto, la specie
di tartarughe più grande al mondo, dalle aree di riproduzione in Guyana
francese. Lo studio “Turtles Under Threat” mostra come a causa dei cambiamenti
climatici le tartarughe debbano viaggiare quasi il doppio per raggiungere le
aree dove si alimentano consumando una gran quantità di energia. Questo
potrebbe avere impatti gravissimi sulla loro già ridotta capacità di deporre
uova. Il numero di uova deposte dalle tartarughe marine sulle spiagge della
Guyana francese rispetto agli anni Novanta è diminuito di circa 100 volte, con
meno di 200 nidi per stagione, rispetto ai 50 mila di allora.
“Sei
delle sette specie di tartarughe marine sono minacciate di estinzione e senza
un'azione urgente la situazione non potrà che peggiorare. Non c’è più tempo da perdere: i
governi di tutto il mondo devono firmare un Accordo Globale che garantisca la
reale protezione degli oceani. La comunità scientifica chiede di tutelare
almeno il 30 per cento della superficie marina entro il 2030 con una rete di
Santuari per permettere alla vita marina di sopravvivere in un mondo sempre più
minacciato dalle attività umane, cambiamenti climatici in primis” dichiara
Giorgia Monti responsabile Campagna mare di Greenpeace Italia.
Un Accordo Globale sugli oceani verrà
definito alle Nazioni Unite quest’anno. Greenpeace ha inviato ieri al Ministero
degli Esteri una lettera per chiedere che l’Italia, originariamente uno dei
paesi promotori del trattato ma recentemente assente dai negoziati
internazionali, assuma una posizione forte a tutela degli oceani.
Leggi il rapporto “Turtles under threat” (in
inglese): www.greenpeace.org/ international/publication/ 28181/turtles-under-threat/
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