Uno studio pubblicato oggi dallo scienziato e biologo marino di BirdLife
International Ramunas Zydelis, e diffuso nel nostro Paese dalla
LIPU-BirdLife Italia, ha rivelato come ogni anno la pesca intensiva con le reti a ''tramaglio'' uccide ben 400mila uccelli marini. I tramagli sono reti fisse utilizzate in gran parte nella pesca costiera
e realizzate in pregiato nylon che le rende invisibili. Gli uccelli
marini vi rimangono spesso impigliati e annegano mentre inseguono le
loro prede sott'acqua. Tra le specie catturate accidentalmente vi sono
specie minacciate come i pinguini Humboldt, la moretta codona, la
rarissima urietta mormoreggiata, ma anche altre specie piu' diffuse come
l'uria.
''A differenza di palangari e reti a strascico, per le quali gia'
esistono semplici soluzioni tecniche disponibili per ridurre le catture
accidentali di uccelli marini - rileva Ramunas Zydelis - la ricerca di
misure analoghe per i tramagli e' stata molto limitata fino ad oggi e
ulteriori sforzi per fronteggiare il problema sono urgenti''. I livelli piu' elevati di catture accidentali di uccelli marini
sono stati riscontrati nel Mar Baltico, dove si stima che 76mila
uccelli vengano uccisi ogni anno, e inoltre nelle regioni del nord e del
nord-ovest dell'Oceano Pacifico. Gli uccelli marini non sono pero' le sole vittime di questi metodi: i
tramagli sono una grave minaccia anche per delfini, balene, foche e
tartarughe.
fonte: ansa
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