Durante l’ultimo Consiglio dei Ministri del Governo Letta sono stati
bocciati due progetti che prevedevano l’installazione di impianti eolici
off shore nel Golfo di Manfredonia. Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia, ha così commentato la vicenda: «Invitiamo
la Regione Puglia a sollecitare il nuovo Governo ad emanare quanto
prima linee guida in modo da garantire tutela ma anche sviluppo per
questi impianti, individuando le aree compatibili, e l’informazione dei
cittadini. È tempo di porre fine alle contrapposizioni che scaturiscono fra le Amministrazioni locali e la Regione».
Stando alla nota diffusa sempre da Legambiente l’eolico off shore è
fondamentale per la Puglia per superare la situazione di caos che va dal
Gargano a Taranto. O quanto meno lo sarebbe se si decidesse realmente
di indirizzarsi verso una produzione energetica sempre più incentrata
sulle fonti rinnovabili. È impensabile, infatti, attuare un progetto di
difesa del territorio se poi non si dispone dei mezzi adeguati.
Di diverso parere il Coordinamento delle Associazioni di Capitanata e
della BAT che accolgono positivamente la decisione del governo in
considerazione del significativo impatto paesaggistico che l’off shore
imporrebbe alla bellezza delle coste: «Esprimiamo l’apprezzamento e
la gratitudine dei cittadini e di tutte le 60 Associazioni culturali,
ambientaliste e di categoria del Coordinamento ai 17 Sindaci dei Comuni,
al Parco Nazionale del Gargano e a quei Consiglieri Regionali e
Parlamentari che si sono adoperati contro l’eolico offshore nel mare del
Golfo di Manfredonia e del Gargano, per aver fatto arrivare al Governo
la voce univoca delle Istituzioni del Territorio. Ora c’è la vera sfida
da mettere in campo, cioè l’attivazione di attività virtuose che facciano esprimere compiutamente al nostro mare il suo immenso valore storico, culturale e sociale, oltre che ambientale ed economico».
Cosa sarà mai questo eolico off shore? Nient’altro che l’eolico realizzato in mare.
Per l’installazione delle turbine si prediligono le acque poco profonde
lungo la costa e in cui il vento spira forte e costante grazie
all’assenza di ostacoli. Per merito delle condizioni favorevoli del
vento in alto mare, l’eolico offshore (a parità di potenza installata)
produce mediamente il 30% di energia in più
rispetto al consueto onshore. Inoltre, per sfruttare venti più forti e
risolvere il problema dell’impatto visivo delle turbine, ci si dovrebbe
spingere più al largo, dove i fondali superano i 50 metri di profondità
.In totale, l’Italia dispone di ben 11.686 km² di
superficie marina adatta all’eolico offshore; le zone ideali sono
soprattutto quelle dell’Italia centro-meridionale, con in testa proprio
la Puglia
E così mentre a Londra viene inaugurato il parco eolico più grande
del mondo, e negli USA si punta a installare le prime turbine eoliche
galleggianti, la Puglia fa passi da gigante ma in direzione ostinata e
contraria. Investire sul risparmio energetico qui è ancora un’utopia.
Mio articolo su Barletta News
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