Ha compiuto 30 anni “17 Re”, leggendario album dei Litfiba, rock band di stampo fiorentino
formata da Piero Pelù e Ghigo Renzulli che festeggia l’importante traguardo con
una rock band barlettana di cui vi ho già parlato, i GADJOS.
Ma facciamo un passo indietro.
“17 Re” è uscito nel dicembre 1986 come doppio vinile ed è considerato da tutti
l’album capolavoro della band nonché caposaldo della new wave italiana (genere
musicale discendente dal punk rock molto in voga negli anni Ottanta). È un
album difficile, estremo, a tratti anarchico. È il secondo capitolo della “Trilogia del Potere”, infatti si
colloca tra gli album “Desaparecido”
e “Litfiba 3” che sanciscono proprio
il passaggio musicale da new wave al rock. “17 Re” è la perfetta via di mezzo,
è un disco sperimentale in cui la band spazia dalla ballata melodica alla
musica psichedelica, dalla commerciale new wave al più classico dei brani
cantautorati.
A distanza di
30 anni, i Litfiba hanno aperto un contest
per selezionare 16 band italiane che hanno poi realizzato le cover da inserire
nell’omonima compilation tributo. I
fortunati ad aver preso parte al progetto sono: Züth - Metharia - Avorionero -
Benzina - Pink Addiction - Il Sogno di Rubik - Railway - A Silent Noise - Ego -
CleanHands - A4 Rock Band - Davide Pepe - GADJOS - Karbonica - La Bottega del
Tempo a Vapore - Maieutica.
Ai barlettani
Gadjos è toccata la cover di “Gira nel
mio cerchio”, un brano lisergico, a tratti incomprensibile, da ascoltare e
riascoltare prima di potergli assegnare un significato ben preciso. I GADJOS lo
reinterpretano magistralmente rispettandone la frenesia ossessiva, scivolando
in quel vortice psichedelico intriso di solennità, eccentricità e ubriachezza,
dando vita a una nenia bestiale in cui non conta l’estetica della sonorità (seppur
presente in questa versione più che nell’originale) ma la parola; il messaggio
a cui si lascia libera interpretazione.
Per l’occasione
Barletta News ha incontrato la rock band barlettana composta da Luca Raguseo (voce), Cosimo Oz
Orofino (tastiere), Claudio Renton
Doronzo (basso), Raffaele Riefoli
(chitarra) e Nicola Lacerenza
(batteria).
La vostra storia, nonché la vostra
formazione artistica è in qualche modo legata al mondo dei Litfiba. Cosa
significa per voi oggi aver preso parte a questo progetto?
Legata al mondo
dei Litfiba ma non troppo! Diciamo che è un’ulteriore soddisfazione dopo
l’apertura al Viper di Firenze nel 2012. I Litfiba hanno riconosciuto le nostre
qualità ancora una volta: significa che stiamo lavorando bene. Quindi è una
grande soddisfazione nonchè un privilegio aver preso parte a questa
collaborazione.
Avete avuto modo di rivisitare “Gira nel mio
cerchio”. Che significato date a questo brano?
È sicuramente
uno di quei brani più rock del disco, quindi vicino al nostro stile. La cosa
più eccitante per noi è stata quella di poter cambiare la versione
avvicinandoci di più alle sonorità tipiche dei GADJOS e la gente sta
apprezzando molto il risultato ottenuto.
Avete portato “Il viaggio”, vostro primo
album uscito nel 2013, nelle piazze italiane. Come risponde il pubblico alla
vostra musica?
“Il viaggio” è
stata una tappa fondamentale. È stato il primo progetto che ha permesso di
farci conoscere ad un pubblico esteso; abbiamo avuto un ottimo riscontro e diversi
attestati di stima. È stato il disco che ci ha permesso di suonare con i
Litfiba e durante nostri concerti siamo stati felici di constatare che la gente
sapesse a memoria i nostri brani e che li cantasse a squarcia gola! Ottenere
questo risultato ti fa avere la percezione fisica che il rock non è mai morto,
bisogna solo alimentarlo con nuovo ossigeno.
I nuovi brani (“Iride”, “Rebecca”, “Il
banco si ribella” e “Randagio”) sperimentano nuove sonorità. Come sta mutando
la vostra identità artistica?
Il nuovo
progetto è senz’altro più maturo. Siamo cresciuti, ci sono stati cambiamenti
interni alla band (sono cambiati alcuni musicisti) e abbiamo più sicurezze
rispetto a quattro anni fa. I primi quattro episodi del nuovo disco
“Bordellandia” tentano di far comprendere che il rock ama e vuole abbracciare
tutti i generi musicali; fanno capire che il rock non è razzismo e non vuole
primeggiare su niente e nessuno perché vuole solo allargare la sua Pangea
musicale. Ecco, il nuovo disco incarna proprio questo spirito.
Il titolo “Bordellandia” stuzzica immediatamente
la curiosità. Volete anticiparci qualcosa?
“Bordellandia”
sarà un progetto sviluppato in atti, proprio come avviene in teatro. Sono già
in rete i primi quattro episodi. “Iride” è stato il singolo di apertura e siamo
stati felici di sapere che è stato il disco e il videoclip della settimana su
Radio Gamma. Stiamo lavorando al disco che uscirà sia nella versione fisica che
digitale tra febbraio e marzo. Sarà un album molto rock ma anche sperimentale,
in cui il filo conduttore dei brani sarà il sentimento d’inquietudine nei
confronti di una classe sociale giovanile ormai troppo accecata dai balocchi e
dai falsi miti; una classe giovanile che lobotomizza la propria anima ribelle
anziché utilizzarla per cambiare le sorti del nostro Paese.
Grazie
per il vostro tempo e buna fortuna per tutto.
mio articolo su Barletta News
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