Gore Fabrics, l’azienda americana leader del mercato
delle membrane idrorepellenti, nota al pubblico per i suoi prodotti con marchio
GORE-TEX® passa a tecnologie idrorepellenti prive di PFC pericolosi. Lo annuncia
oggi l’azienda stessa all’ISPO di Monaco - la principale fiera europea del
settore outdoor – mentre Greenpeace Svizzera pubblica il rapporto “PFC
Revolution in the Outdoor Sector”, che fornisce una panoramica sui progressi dei
marchi di abbigliamento outdoor verso l’eliminazione dei pericolosi PFC nei
propri prodotti.
Fin dal 2011, quando è iniziata la campagna Detox, Greenpeace chiede
all’industria tessile e dell’abbigliamento di eliminare tutti i composti
chimici pericolosi dalle proprie filiere produttive, identificando i PFC (composti
poli- e perfluorurati) tra le sostanze più pericolose da eliminare. Nel 2015, Greenpeace
ha puntato l’attenzione sul settore dell’abbigliamento outdoor, che fa uso dei
PFC nelle membrane e nei tessuti idrorepellenti. Alla campagna hanno partecipato
migliaia di persone, amanti della natura e delle attività all’aria aperta, che
hanno chiesto ai loro marchi preferiti prodotti privi di PFC.
“Un grandissimo ringraziamento va a tutti coloro che, partecipando attivamente
alla campagna di Greenpeace per un futuro libero da sostanze chimiche
pericolose, hanno dato un contributo fondamentale per ottenere questo risultato”,
dichiara Chiara Campione, Detox Outdoor Corporate Lead di Greenpeace Italia. “L’impegno
di Gore Fabrics, il più importante fornitore di tessuti idrorepellenti, manderà
definitivamente in pensione l’utilizzo dei PFC nell’intero settore dell’abbigliamento
e attrezzature outdoor”.
Gore Fabrics eliminerà i PFC pericolosi dai suoi principali laminati outdoor
(che corrispondono all’85 per cento di prodotti realizzati con questi laminati)
entro la fine del 2020 e dai laminati speciali idrorepellenti (che
corrispondono al restante 15 per cento dei prodotti realizzati con questi
materiali) entro la fine del 2023. Per la produzione di membrane e rivestimenti
idrorepellenti usati in numerosi prodotti, l’azienda americana svilupperà nuove
tecnologie più rispettose dell’ambiente. In alcuni casi i PFC saranno
sostituiti da altre sostanze. In altri processi produttivi, alcuni PFC
continueranno ad essere usati ma con un monitoraggio i cui dati, accessibili a
tutti, documenteranno che non vengono rilasciati nell’ambiente sostanze
pericolose durante le fasi di lavorazione.
“I nostri prodotti sono sempre stati sicuri da indossare, ma Gore
riconosce i problemi riguardanti la possibile contaminazione ambientale generata
dall’uso di questo gruppo di sostanze e la necessità di introdurre sul mercato
tecnologie più sicure per l’ambiente” dichiara Bernhard Kiehl, responsabile Sostenibilità
di Gore Fabrics. “Come produttore leader nel settore, Gore Fabrics è entusiasta
per l’opportunità di guidare un profondo cambiamento nell’industria outdoor,
investendo in modo significativo nello sviluppo di nuove tecnologie prive di PFC
pericolosi.”
Nonostante molti dei marchi internazionali più famosi, inclusi The
North Face, Mammut e Salewa, al momento facciano ancora uso dei pericolosi PFC
nei propri prodotti, l’impegno assunto da Gore Fabrics, i cui obiettivi e
traguardi intermedi sono stati resi noti oggi sul suo sito, può generare una radicale
trasformazione nell’intero settore. “L’incredibile accelerazione del mercato
outdoor verso tecnologie prive di PFC pericolosi – anche se non ancora completa
– mostra che la trasformazione di un settore può essere raggiunta in tempi
relativamente brevi, se i principali stakeholders sono disposti ad attivarsi
insieme responsabilmente” conclude Campione.
Leggi il rapporto (in inglese) “PFC Revolution in the Outdoor Sector”:
www.greenpeace.org/internation al/PFC-Revolution
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