Commentando il dossier presentato
dalla Commissione europea sullo stato di avanzamento dell’Unione
dell’energia - “State of the Energy Union” – Greenpeace evidenzia come
la strategia energetica dell’Ue non sia in linea con gli impegni sul
clima sottoscritti a dicembre 2015, durante la Cop21 di Parigi.
«Per
mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi, così come
concordato a Parigi, l’Unione europea deve accelerare la transizione
verso un futuro 100 per cento rinnovabile e cancellare tutti i sussidi
alle fonti fossili», afferma Luca Iacoboni, responsabile della campagna
Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Più di ogni altra cosa, l’Ue deve
assicurare a tutti i suoi cittadini la possibilità di autoprodurre con
fonti rinnovabili almeno parte dell’energia consumata, contribuendo così
al necessario incremento dell’uso di fonti pulite».
Greenpeace
chiede che l’Unione europea risponda adeguatamente all’urgenza dei
cambiamenti climatici, velocizzando l’uscita dall’era del carbone e
superando quelli che sono gli attuali obiettivi in tema di clima ed
energia. Secondo l’organizzazione ambientalista, l’Ue dovrebbe dare
priorità e incentivare le energie rinnovabili, disinvestendo invece da
tutte le fonti fossili e cancellando qualsiasi sussidio pubblico a
queste forme inquinanti di energia.
L’Italia
risulta aver raggiunto in anticipo i propri obiettivi al 2020 sul tema
delle rinnovabili, ma questo è vero solo su carta. In realtà, il
raggiungimento dell’obiettivo è dovuto a un mero adeguamento dei dati
statistici 2010 e, in gran parte, alla revisione Istat del dato dell’uso
di biomassa per produrre calore, prima sottostimato, e non a un reale
aumento delle energie rinnovabili per la produzione di energia. Inoltre,
il nostro Paese non ha raggiunto l’obiettivo di interconnessione della
rete, e anche per questo è ora costretto a “richiamare in azione” alcune
vecchie e inquinanti centrali a carbone.
«In
Italia c’è ancora tanto da fare in tema di clima ed energia, dobbiamo
abbandonare l’atteggiamento rinunciatario messo in campo dai governi che
si sono susseguiti in questi ultimi anni. Abbiamo tutte le possibilità
per diventare leader nelle energie rinnovabili, quello che manca è la
volontà politica», conclude Iacoboni.
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