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lunedì 6 ottobre 2014

Greenpeace: messaggio di benvenuto ai ministri europei dell'energia

Questa mattina a Milano, in occasione del Consiglio informale dei ministri UE per l’Energia e l’Ambiente, Greenpeace è entrata in azione per lanciare un messaggio a tutti i leader riuniti per discutere il futuro energetico dell’Europa. Attivisti dell’associazione, provenienti da Germania, Francia, Austria e Italia, hanno aperto un enorme striscione, proprio davanti ai ministri, con il messaggio: “People want renewables and energy efficiency” (Le persone vogliono rinnovabili ed efficienza energetica).
“Abbiamo voluto dire chiaramente a tutti i ministri europei riuniti oggi: è tempo di dare ascolto ai cittadini, non alle lobby delle fonti fossili e alle grandi industrie energetiche che da anni inquinano questo pianeta e scaricano i costi delle loro attività sui cittadini – ha dichiarato Luca Iacoboni, Responsabile Campagna Clima e Energia di Greenpeace Italia. - In Europa e in Italia diversi sondaggi hanno dimostrato che oltre l’80 per cento dei cittadini considera il cambiamento climatico un problema urgente e vuole che si punti su rinnovabili ed efficienza energetica, abbandonando le fonti fossili, in primis carbone e petrolio”.
I 28 ministri UE hanno ricevuto il “messaggio di benvenuto” di Greenpeace appena prima dell’inizio della riunione, l’ultima prevista prima del Consiglio Europeo del 23-24 ottobre in cui ci si attende che i Capi di Stato e di Governo europei prendano una decisione definitiva sugli obiettivi comunitari al 2030 in tema di clima e energia. L’Italia, Presidente di turno dell’UE, gioca un ruolo fondamentale in questa fase in cui verrà deciso il futuro, non solo energetico, dell’Europa.
“I segnali ricevuti finora non sono positivi: il governo Renzi sta dimostrando di voler puntare sul passato, preferendo trivellare i nostri mari piuttosto che puntare su efficienza energetica e rinnovabili, settori a forte innovazione tecnologica e che permetterebbero la creazione di migliaia di posti di lavoro ed indotto per l’economia – continua Iacoboni. - Il premier, durante l’assemblea Onu di New York, ha affermato che fermare i cambiamenti climatici è la sfida del nostro tempo. Se pensa di farlo attaccando le rinnovabili e trivellando i mari italiani, come previsto dal decreto Sblocca Italia, sta decisamente sbagliando strategia. E a pagarne le conseguenze saranno, come sempre, i cittadini”.
Greenpeace chiede l’adozione di tre obiettivi vincolanti al 2030, per il taglio del 55 per cento delle emissioni di CO2, il 45 per cento  di energia da fonti rinnovabili ed il 40 per cento  di incremento dell’efficienza energetica. Questa è l’unica strada per fermare il cambiamento climatico e, contemporaneamente, diminuire la dipendenza energetica dell'Europa da costose importazioni di combustibili fossili.

mercoledì 22 gennaio 2014

Bruxelles denuncerà l'Italia alla corte di giustizia UE?




A quanto pare la Commissione Europa intende denunciare l'Italia alla Corte di giustizia Ue per il mancato recepimento della direttiva 2010/63 che regolamenta lo svolgimento di test scientifici sugli animali, prospettando una multa da oltre 150 mila euro al giorno. Lo scorso giugno l'esecutivo comunitario aveva già lanciato un primo avvertimento alle autorità italiane emettendo un cosiddetto 'parere motivato', ultimo stadio della procedura d'infrazione prima del deferimento alla Corte
La direttiva 2010/63 contiene una serie di vincoli molto più ristrettivi che dovevano essere applicati in Italia con una legge definitiva, attesa entro il 2013. Secondo le informazioni raccolte a Bruxelles, il nostro Paese è oggi l'unico tra i partner Ue a non aver ancora recepito la direttiva: la data limite per la sua introduzione nel diritto nazionale era fissata per il 10 novembre 2012, mentre il primo gennaio 2013 è scaduto il termine ultimo per la sua applicazione.
Ovviamente ci sono state molte polemiche perché l'introduzione di questi provvedimenti segnerebbe la fine di molti studi di biomedicina e farmacologia. Infatti il testo del decreto legislativo - il 587 del 2012 - destinato a recepire la direttiva europea, dopo essere passato dalla Camera, è ancora fermo al Senato e tutto il suo iter è stato finora condizionato dallo scontro apertosi tra chi, con in testa Michela Brambilla, ritiene insufficienti le tutele previste per gli animali e chi sottolinea la necessità di poter utilizzare delle cavie per testare farmaci e altri prodotti potenzialmente pericolosi per la salute umana.

lunedì 11 marzo 2013

Lettera aperta di LUSH: "I test di tossicità sugli animali sono metodi scientifici assolutamente superati"


In occasione dell'abolizione dei test cosmetici sugli animali in Europa, LUSH - insieme a Barry M Cosmetics e Human Society International - ha scritto una lettera a tutta l’industria cosmetica mondiale per chiedere la definitiva cessazione dei test sugli animali, una volta per tutte. Ecco il testo

L’11 marzo prossimo saremo testimoni di un momento davvero epocale nella storia dell’industria della bellezza. Il mercato cosmetico più grande del mondo, l’Unione Europea, che ha già messo al bando i test sugli animali per i cosmetici entro i propri confini, chiuderà finalmente le porte anche alla vendita di cosmetici testati sugli animali in altri Paesi. La messa al bando di queste vendite è portatrice del messaggio espresso chiaramente dai consumatori: il pubblico è contrario ai test sugli animali per i cosmetici e quindi questa pratica deve cessare. È un evento che indica senza dubbio una svolta epocale per l’industria della bellezza a livello mondiale, che forse ora sarà spronata a cessare i test sugli animali e a diventare cruelty free. LUSH,Humane Society International e altri organismi hanno condotto una strenua battaglia per porre fine alla crudeltà sugli animali per fini cosmetici. Negli anni abbiamo sentito ogni sorta di scusa da parte delle aziende cosmetiche aggrappate alla pratica dei test sugli animali, e puntualmente ognuna di queste scuse si è rivelata vuota e fine a se stessa.
I test di tossicità sugli animali sono metodi scientifici assolutamente superati, vecchi di decenni, e non sono in grado di garantire la sicurezza dei consumatori. Il futuro dei test di sicurezza risiede in metodi scientifici moderni basati sulla biologia umana. E quindi non ci sono scuse scientifiche per giustificare i test sugli animali.

L'Europa è ufficialmente cruelty-free - Stop ai test cosmetici sugli animali


E' ufficiale: 
Da oggi l'Europa è la prima zona al mondo ad aver definitivamente abbandonato i test sugli animali in campo cosmetico!!

mercoledì 3 agosto 2011

Video: In Norvegia si compra la spazzatura


Uno dei video che sta facendo discutere in questi ultimi giorni, ritrae due ragazzi italiani che illustrano come in Norvegia si può guadagnare denaro dalla spazzatura.

Già, proprio così, in Norvegia esiste un macchinario che raccoglie bottiglie usate e carica  una quantità di credito sul chip di una tessera, da spendere poi per la spesa in un supermercato.  Il sistema prevede anche un pagamento maggiorato con successivo rimborso per i vuoti a rendere. Dunque, in Norvegia si compra la spazzatura. La cosa non dovrebbe sorprendere (anche perché questi macchinari sono diventati obbligatori in diversi paesi) ma piuttosto incentivare a non inondare le strade italiane di rifiuti, perché le modalità di smaltimento esistono e non sono necessariamente drastiche. Come vedete in questo caso si può anche trarre un profitto.

Ovviamente il ‘risvolto’ economico della faccenda ha sorpreso non poco i lettori italiani che gridano subito alla realizzazione di un sistema del genere anche nel nostro Paese. Il video in questione è stato visualizzato più di 15.000 volte ma ciò che ancora alcuni non sanno è che, questo sistema non è diffuso esclusivamente in Norvegia, ma già molti paesi europei l’hanno adottato. Quando arriverà il nostro turno?