Fare
squadra e lavorare in stretta collaborazione interistituzionale tra
Magistratura, forze dell’ordine ad alta specializzazione, ARPA e CNR per gli
aspetti di carattere scientifico, guidati dalla bussola del rigore metodologico
e operativo.
Perché la
legge regionale sugli ecoreati, seppure perfettibile, si rivela strumento
indispensabile non solo dal punto di vista repressivo ma soprattutto per il
recupero ambientale.
Lo
conferma il bilancio stilato a poco meno di un anno dall’entrata in vigore della
norma.
Tra i
relatori il direttore di ARPA Puglia Vito Bruno, il presidente della
Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati Francesco Paolo
Sisto e il direttore del CNR – ISRA Vito Felice Uricchio.
Le
luci sono nei numeri.
In
lieve ma incoraggiante flessione, infatti, sono le infrazioni accertate in
Puglia, stando al report diffuso in luglio da Legambiente e illustrato dal
presidente regionale Francesco Tarantini; in sensibile calo sono i sequestri di
siti inquinati negli ultimi due anni, come confermano i dati della Regione.
“Come
Regione da anni sosteniamo Guardia di Finanza, Noe dei Carabinieri, Corpo
Forestale, CNR e ARPA con fondi specifici (circa 500mila euro nell'ultimo anno)
stanziati con apposito protocollo d'Intesa per l'impiego di uomini e mezzi nel
campo dell'accertamento dei reati ambientali sul territorio pugliese”, ha
sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente Domenico Santorsola.
Efficace
la deterrenza attivata dalla nuova norma, che introduce cinque nuove fattispecie
di reato, un “efficace arsenale sanzionatorio” la definisce il direttore del
CNR - IRSA, e potenzia la rete dei controlli. “Accertare e
contestare non basta”, avverte però Santorsola.
E
qui sono le ombre. “Rimane il tema delle pene”, conclude l’assessore.
I
problemi applicativi della legge 68 sono stati evidenziati dai rappresentanti
della magistratura inquirente intervenuti all’incontro: il sostituto
procuratore generale presso la Corte d’Appello di Lecce Ennio Cillo, il
sostituto procuratore della DDA di Bari Renato Nitti e il sostituto procuratore
della Repubblica presso il Tribunale di Foggia Francesca Pirrelli.
L’indeterminatezza
delle nuove previsioni crea disorientamento, dubbi interpretativi e
disomogeneità tra le varie Procure che, per questo, si sono dotate di specifici
protocolli.
Si
è quindi convenuto sulla necessità di un approccio comune basato su un costante
dialogo tra politica, magistratura e scienza e di un investimento di
responsabilità che coinvolga non solo gli attori istituzionali ma anche i
cittadini.
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