lunedì 23 settembre 2013

Aiutateci a salvare i due attivisti Greenpeace arrestati dalla Guardia Costiera Russa e detenuti senza assistenza


Nel tentativo di occupare la piattaforma petrolifera della Gazprom nella Russia Artica, la nave di Greenpeace Arctic Sunrise è stata assalita e sequestrata dalla Guardia Costiera russa che ha arrestato tutti i membri dell'equipaggio, tra cui Cristian, un italiano. Solo alcuni sono stati riportati a bordo, tra cui un ragazzo con un braccio rotto, mentre altri trenta ragazzi sono ancora nelle loro mani La protesta pacifica di Greenpeace ha scatenato la reazione spropositata e inaccettabile della Guardia Costiera Russa che ha sparato 11 colpi di avvertimento contro l'Arctic Sunrise minacciando tutti gli atvisti con armi e coltelli. Marco e Sini sono stati arrestati e ad oggi sono ancora nelle mani della Guardia Costiera russa, detenuti senza alcuna rappresentanza legale. I due attivisti non sono soli: fanno parte di un movimento globale (di cui sono fiera di far parte in qualità di cyberattivista) che cresce ogni giorno in difesa dell’Artico e dell'intero pianeta. In questo momento in tutto il mondo, Italia inclusa, si sta protestando presso le ambasciate russe chiedendo il rilascio immediato dei nostri ragazzi. DATECI UNA MANO!! Come? Cliccate sui link sotto per scoprirlo:
- INVIATE UNA MAIL ALL'AMBASCIATA RUSSA IN ITALIA (tramite un modulo da compliare online sul sito di Greenpeace)
- ADERITE ALLA CAMPAGNA SAVE THE ARTIC (siamo già in 3.935.301, ti basta firmare la petizione)


Gazprom è complice della Shell, e come la Shell intende estrarre il petrolio dalle acque artiche. Vogliamo evitare che diventi la prima compagnia a distruggere un ecosistema delicato come l’Artico a colpi di trivelle. Gli attivisti difendono in prima linea l'Artico dalle trivellazioni, sono i portavoce di un movimento pacifico e globale di quasi 4 milioni di persone, che chiede di fermare subito le trivelle e istituire un santuario nella regione artica. E' chiaro che le autorità russe proteggono gli interessi dei giganti del petrolio. E lo fanno senza scrupoli, minacciando chi protesta pacificamente con idranti, pistole e coltelli.

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